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 LA FINE
 DELL'ULTIMO
 STIGMA
 PER L'EX
 NOSOCOMIO
 "OSSERVANZA"
 A IMOLA
 
 
 

PATROCINI

 

Regione Emilia - Romagna

Prot. PG/2010/281904 del 29/11/2010

 

Nuovo Circondario Imolese

Delibera di GC n. 73 del 17/11/2010

 

Città di Imola

Delibera di GC n. 391 del 30/11/2010

MACERIE

Dal concetto al progetto

Macerie: ci sono parole che esprimono concetti che ci precipitano in bilico su quel filo rosso che ci accompagna lungo tutte le linee d’ombra della nostra vita: tra descrizione di eventi reali ed esperienze di percezioni interiori; tra crudezza del vivere e introspezioni sul senso del nostro vivere. Macerie: segno e simbolo delle guerre e delle loro enormi sofferenze; ambiente fisico e psicologico che ci resta dopo disastri naturali quali i terremoti o le alluvioni. Macerie anche quelle che noi produciamo con progetti di demolizione e ricostruzione, ma, sempre e comunque, segno di una “crisi”, di un momento che deve essere “transitato”, che rinuncia (per forza o per progetto) a quanto già realizzato facendo i conti, a volte con veloci “ricostruzioni”, a volte con più pensosi ripensamenti con il futuro. Le macerie della Villa dei Fiori, l’ex clinica psichiatrica di Imola che viene abbattuta nell’ottobre 2010, forniscono un’occasione unica quanto fugace di riflessione e di rivisitazione mentale. Un’occasione speciale per tutti coloro che, dall’esterno o dall’interno, hanno vissuto e attraversato questo luogo di sofferenza e di cura con un’esperienza che nel bene e nel male li ha certo segnati, come ha segnato la storia di una città che si è battuta in prima linea, con le sue istituzioni, per l’affrancamento della malattia mentale da ogni stigma e ogni pregiudizio. Per tutti gli altri la loro imponente conformazione potrebbe istintivamente indurre a percepirle come sgradevole corpo d’intralcio, come una presenza scomoda da rimuovere fisicamente e mentalmente assieme a tutto ciò che hanno precedentemente rappresentato. La loro potenza significativa sta nel proporsi come concetto e simbolo: esse risvegliano prepotentemente nell’osservatore il ricordo e la riflessione a posteriori delle “crisi” umane vissute in quel luogo in questi ultimi quarant’anni, e al tempo stesso, ci rimandano concettualmente alle immagini mediatiche di eventi bellici e sismici che invadono quotidianamente la nostra vita odierna. In tal modo, transitando concretamente nella reale demolizione del manufatto “Villa dei Fiori”, si riscopre un concetto potente ed universale: macerie. L’abbattimento violento del vecchio a favore del repentino sopravvento del nuovo, può rappresentare un’anelata e unanime modalità di riscossa e di superamento che si esplicita anche in termini sconvolgenti nella vicenda odierna di una globalizzazione che traguarda trend e standard di natura mondiale, ma che si riscatta sulle diversità locali sia quando le misura economicamente e socialmente nel mercato del lavoro, sia quando ritrova valori smarriti nella solidale produzione locale da cui emergono, spesso, le vere eccellenze dei territori e dei loro insediamenti. Non a caso stiamo attraversando in questi anni un periodo di “crisi” economica, politica e culturale. Eppure, coerentemente a quanto la storia del secolo scorso ci ricorda, dovremmo comprendere che la crisi stessa si pone come elemento costitutivo di una nuova presa di coscienza. Essa si materializza in oggetti della vita umana che perdono funzione, ma che sono rivelatori di pensieri altri, di idee nuove e di un nuovo immaginario. Le tracce del passato, con il loro ineluttabile declino, possono rappresentare un insostenibile fardello per lo spirito umano, ma possono anche diventare propulsori di energia creativa e possibile guado tra passato e futuro quando se ne accetti fino in fondo il valore e il significato. La deperibilità dell’oggetto – maceria (in parallelo al tentativo di preservazione di rovine e memorie significanti), proprio per la sua temporanea, cancellabile esistenza diventa l’elemento catalizzatore di questo processo, promovendo una presa di coscienza e un approccio consapevole a modalità di rimozione del vecchio senza cesure – censure e senza omissioni o pregiudizio di pensiero.

(Piergiorgio Mongioj)

ASSOCIAZIONE INTERARTISTICA ARIA

Direzione e coordinazione artistica

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